9 Dicembre 2019 – Collatio Laboratorio 1: II Tappa
La dimensione penitenziale del carisma minimo
Leggendo l’Enciclica di Papa Francesco “Laudato Sì”
Penitenza evangelica ed ecologia integrale
II Tappa: “La coscienza non è la norma suprema. Prima di tutto bisogna ricercare la verità.
Se la terra ci è donata non la possiamo sfruttare per un profitto individuale.
E’ una questione di giustizia”
Relazione di Gennaro Guadagnuolo
Noi cristiani dobbiamo avere la consapevolezza che tutto è creato da Dio e dobbiamo avere cura del creato. Il credente ha messo tutto nelle mani di Dio, ha messo in gioco la sua vita per seguire il credo della fede e deve cercare di vivere il più possibile secondo il volere di Dio rispettando il creato perché fonte stesso della vita e del sostentamento dell’uomo. Purtroppo i potenti della terra (Trump su tutti, ma tanti altri) seguono invece logiche di potere e interessi economici incuranti degli effetti dannifici delle loro azioni e decisioni. Dobbiamo seguire la volontà di Dio e, se rispettiamo la natura, possiamo evitare o ridurre al minimo i problemi legati all’inquinamento, alla deforestazione, ed evitare l’estinzione di specie animali che hanno gravissime ripercussioni su tutto l’ecosistema.
Ma come potranno mai cambiare le cose se poi il mondo continua a vivere disordinatamente e senza preoccuparsi o minimizzando le conseguenze delle proprie azioni?
Fatta la scelta cristiana si deve percorrerla fino in fondo. Allora nel nostro piccolo possiamo avviare questo cambiamento di rotta, consapevoli che ci vorrà del tempo (anche tanti anni) perché si possano iniziare a vedere i risultati.
Abbiamo perso di vista Dio, sostituito con il profitto personale. Tutto si riduce a profitto, ognuno fa le cose per avere un tornaconto personale ed accumulare ricchezze. Abbiamo perso la libertà perché bombardati da ciò che dobbiamo fare o comprare. Anche nel fare la spesa, tante volte si cerca il prodotto più economico o pubblicizzato senza guardare se ciò che compriamo magari viene prodotto chissà dove e nell’incuria della salvaguardia ambientale. E non è solo il consumo alimentare, tutti gli indumenti che indossiamo sono fatti dal petrolio. Siamo indottrinati e assopiti, svegliamoci e riprendiamoci la nostra libertà facendo le scelte intelligenti: guardiamo la provenienza di ciò che compriamo prediligendo prodotti controllati e scegliamo aziende che dovrebbero garantire maggior controllo sulla produzione nel rispetto dell’ambiente.
Ma il rispetto della natura possiamo concretizzarlo anche nelle azioni di ogni giorno quando per esempio non gettiamo la carta a terra, anche se minuscola, ma la teniamo in tasca per metterla nel cestino più vicino. Se ognuno facesse il suo dovere la città sarebbe più pulita ed il mondo sarebbe migliore. Anche il contribuire alla pulizia sarebbe una bella azione da fare, ad esempio raccogliendo la carta o il mozzicone di sigaretta che troviamo in spiaggia anziché allontanarlo o sotterrarlo. Certo potrebbe non sembrare gratificante ma è il contributo che ognuno può dare per abbellire le nostre spiagge ed il posto in cui viviamo. A goccia a goccia, ognuno potrebbe essere di esempio per altre persone.
Ad ognuno è richiesto un contributo come singolo ma il problema è serio e bisogna prendere consapevolezza comune che le risorse non sono infinite e dobbiamo rispettare tutto ciò che ci circonda perché ci sono tantissimi fattori inquinanti: nelle coltivazioni spesso si fa uso di veleni, fertilizzanti e pesticidi in maniera eccessiva per aumentare la produzione e quindi avere un maggior profitto a danno della natura; abbiamo ancora tante coperture o strutture in eternit che si fatica a smaltire; spesso siamo restii o facciamo in modo superficiale e magari inesatto la raccolta differenziata perché non sappiamo se veramente poi viene smaltita in modo corretto.
Il problema è comune a tutti, allora credenti e non credenti devono collaborare per risolverlo anche attraverso il buon esempio ed una maggiore sensibilizzazione di chi ci sta accanto.
Dobbiamo rimettere Dio al centro della nostra vita e fare nel piccolo tutto il possibile per salvaguardare e difendere la natura. Nell’Enciclica il papa ci esorta non a rinunciare a carne e pesce, ma a pescare e cacciare rispettando la natura ed evitando abusi e sprechi, dando così il tempo alle varie specie di riprodursi. Esempi come San Francesco di Paola e di Assisi, amanti della natura possono stimolare noi cristiani a ritrovare l’amore per la natura, il rispetto e la contemplazione della stessa, anche con passeggiate e osservazione attenta. Prendiamo allora coscienza che viviamo in un mondo che ci è stato donato gratuitamente e che dobbiamo rispettare nel nostro interesse.
Nel nostro gruppo non siamo d’accordo che si debba passare ad una dieta interamente vegetale perché si avrebbe poi il problema opposto ma di certo si può ridurre il consumo e soprattutto lo spreco. Ogni esagerazione non è buona, in un senso e nell’altro. Iniziamo allora non ad ingozzarci ma a mangiare l’essenziale, a muoverci di più a piedi evitando dove possibile l’uso dell’auto o riducendola all’essenziale per ridurre l’inquinamento. Facciamo attenzione al consumo di energia elettrica e di acqua, riducendo le lampade accese ed il consumo di acqua allo stretto necessario. Sfruttiamo le cose (vestiti, elettrodomestici, cellulari, carta) per buttarle quando non sono più utilizzabili.
E come se il papa ci stesse esortando, con questa enciclica, a diventare custodi del creato e sensibilizzare quanti sottovalutano o ignorano il problema. Dobbiamo essere tutti attivamente impegnati in questa lotta comune contro il tempo sporcandoci le mani nel fare tutto ciò che è nelle nostre capacità.