DOMENICA 07/04/13 – Incontro dei Terziari impossibilitati a partecipare i lunedì

La recita comunitaria dei Vespri, ha dato inizio all’incontro alle ore 18.15, dei Terziari lavoratori che si è svolto domenica 07 Aprile 2013. Dopo esserci riuniti nella Preghiera abbiamo con attenzione ascoltato la delegata alla formazione Gisella Leone che ha posto alla nostra riflessione il tema:

VITA SPIRITUALE. CONCETTO DI LIBERTA’ E ABBANDONO.

Lo spirituale è tutto ciò che nell’azione dello Spirito Santo ci parla di Dio, comunicandoceLo, orientandoci verso di Lui ed unendoci a Dio. La Vita Spirituale ci rende in assoluto “Cristoformi” rendendoci quindi “figli nel Figlio” come direbbe Sant’Attanasio. Lo spirito grida in noi “Abba”. Da questo punto di vista ogni cosa può essere spirituale se questa ci avvicina a Dio, aiutandoci a stabilire un rapporto con Dio.

Per il peccatore che si rende conto, ravvedendosi la più grande umiliazione è il peccato stesso. Se il peccato viene tolto da Cristo, perchè Cristo lo ha preso su di se, succede che quando vedi il tuo peccato lo vedi sul volto di Cristo perchè Egli lo ha veramente preso su di se. Allora ti ricordi il Volto di colui che ti ha perdonato.

Che cos’è la spiritualità per l’uomo e la donna di oggi?

La parola “spiritualità” sembra alludere a una dimensione «altra», sempre ulteriore, rispetto a quella che si vive ordinariamente. Sembra forse rinviare a un tempo tranquillo, festivo, privo di quegli impegni che distraggono lo spirito da ciò che più conta. In ambito cristiano poi a volte si pensa che la spiritualità sia un discorso riservato a persone ben formate e ferventi: una sorta di passo in più, di passo in avanti.

Che cos’è la spiritualità, dunque? La verità più fondamentale è che ogni essere umano, in quanto tale, vive sotto l’influsso della chiamata della grazia di Cristo e dalla Grazia è incalzato. Tutti gli esseri umani, proprio perché umani, hanno una vita spirituale con le sue dinamiche proprie. Tutti sono toccati dalla grazia di Dio. Semmai a volte questo tocco viene riconosciuto e a volte no.

La vita spirituale delle persone dunque non è morta perché non può morire. Semmai oggi sembra spesso fuoriuscire dal mondo della confessione religiosa. Le domande allora, non sapendo dove andare, hanno preso casa nell’esperienza della cultura.

Siamo dei laici che hanno, in quanto tali, una vita di famiglia, lavoro, società;

vivere una vita di fede, significa ricercare la Spiritualità, il rapporto con Dio in qualsivoglia forma: con la preghiera personale, comunitaria, studio della Parola, vita Sacramentale, ritiri Spirituali, Lectio divina, ecc. tutti mezzi atti a ravvivare la nostra fede, a rinforzarci per poi osservarla, viverla nella nostra vita; come? Operando nel quotidiano secondo DIO. La vita nello Spirito non é solo preghiera, rapporto con Dio.

Il dono che Dio fa a ciascuno di noi, deve essere condiviso, comunicato, per portare anche l’altro a Dio. La vita nello Spirito, é un unisono di preghiera e azione; é accogliere la Parola col cuore (Contemplazione), permettendo allo Spirito Santo di cambiarlo rendendolo più disponibile all’amore per l’altro. Non é vero amore, quando un atto, pur benevolo, viene compiuto per il proprio tornaconto personale, o per evidenziare se stesso; l’amore, deve essere spontaneo, uno stile di vita per ognuno, e non una forzatura; la forzatura a lungo infatti, non regge.

Per amare come Cristo, il cristiano deve vivere una ascesi, una penitenza, perché deve sopprimere il proprio io, a favore dell’altro. E’ una lotta continua tra le proprie passioni, intese come orgoglio, rivalse personali, ira, egoismo,ambizione,cupidigia e, le proprie virtù. Le virtù, sono atteggiamenti del cuore e della ragione che regolano i nostri atti sulla via del bene, in conformità alla nostra fede. Le virtù morali sono quattro : Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza. La Prudenza : dispone la ragione pratica a discernere,in ogni circostanza, il nostro vero bene e a scegliere i mezzi adeguati per attuarlo. La Giustizia : consiste nella volontà costante e ferma di dare a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto. La Fortezza : assicura nelle difficoltà, la fermezza e la costanza nella ricerca del bene. La Temperanza: modera l’attrattiva dei piaceri sensibili e rende capaci di equilibrio nell’uso dei beni creati. Vivere le virtù morali, significa vivere la vera libertà, ossia la libertà dal peccato. Le virtù morali possono essere realizzate nella nostra vita se in ognuno di noi sono radicate le tre virtù teologali: Fede, Speranza, Carità. Infatti, solo se abbiamo piena fiducia in Dio, sentendoci amati da Lui e sicuri del fatto che Egli vuole solo il nostro bene noi ci abbandoniamo nelle sue braccia, coltivando la speranza e acquistando al contempo forza per vivere la carità, in una ascesi penitenziale.

Concetta Cerra

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