Incontro del 12 aprile
Dopo la consueta preghiera comunitaria il presidente comunica ai presenti che il 15 Maggio ci sarà la giornata della fraternità, per cui invita tutti i terziari a partecipare.
Subito dopo prende la parola il padre assistente, Padre Aldo Imbrogno per esporre alcune riflessioni su: ” Episodi della Pasqua”, in particolare tratta il brano evangelico di Luca 23- 12,35: “I discepoli di Emmaus”.
Gli evangelisti, in questo passo del Vangelo fanno una descrizione umana, non idealizzano, si presentano con i loro limiti, per dare importanza all’azione dello Spirito Santo.
L’azione di Gesù è semplice, umile, nascosta. Cristo si fa compagno di viaggio dei due che tornano sfiduciati ed umiliati per quanto era successo a Gesù e Lui, sicuro di non essere stato riconosciuto, cerca di entrare nel loro animo con domande di convenienza: ” Che fate?- Dove andate?”. I due si meravigliano che questi non sapesse niente di quanto era accaduto. Poi Gesù cerca di far recuperare loro la fiducia ed inizia a parlare di Mosè e dei profeti, facendo ricordare quanto era già stato scritto circa la sua vita e che quello che il Cristo aveva sofferto era una necessità, perché solo attraverso la morte in croce, il Cristo ci avrebbe salvato. Questa morte è la resurrezione, la vita di tutti noi cristiani.
10 Km e mezzo di cammino insieme ai due, per rinfrescare loro la memoria con la “Parola di Dio”. La parola di Dio ha l’efficacia di penetrare nei nostri cuori e trasformare la sfiducia e lo sconforto in serenità. Si arriva alla conoscenza di Gesù per un atto di amore, di ospitalità nel cuore.
L’ospitalità per gli ebrei era sacra. I due costringono Gesù a fermarsi anche nel loro villaggio e gli preparano da mangiare; poi Gesù fa tutto quello che aveva fatto in occasione dell’ultima cena:
” Prese il pane, lo spezzo e lo benedisse” ed è lì che i due lo riconoscono.
Attraverso l’Eucarestia,anche noi Lo riconosciamo. Ci si può allontanare per sfiducia, sconforto o stanchezza, ma poi riempirsi di gioia perché Lui vive in mezzo a noi . Quando non siamo in grado di riconoscerlo allora giunge la “Pedagogia della Parola di Dio” , da Mosè ai profeti e ci fa rivivere la comunione con Dio
I due, frastornati per quanto era successo, non potevano riconoscerlo, non erano sereni, ma hanno avuto la capacità di ascoltarLo, di ascoltare la Parola di Dio.
Questo ci fa capire che è quel che succede a noi. Gesù ci dà la possibilità di ascolto, ma spesso non vogliamo riconoscerlo.
Dopo qualche intervento di riflessione personale, con la preghiera termina l’incontro.
Elisabetta Mercuri