Incontro formativo 6 maggio 2013

Conoscenza e approfondimento della preghiera dei Salmi

Dopo la recita dei Vespri il Padre Assistente ha pregato il Salmo 11 :

FIDUCIA DEL GIUSTO -AL MAESTRO DEL CORO DI DAVIDE

Nel Signore mi sono rifugiato, come potete dirmi:

«Fuggi come un passero verso il monte»?

Ecco, gli empi tendono l’arco,

aggiustano la freccia sulla corda

per colpire nel buio i retti di cuore.

Quando sono scosse le fondamenta,

il giusto che cosa può fare?

Ma il Signore nel tempio santo,

il Signore ha il trono nei cieli.

I suoi occhi sono aperti sul mondo,

le sue pupille scrutano ogni uomo.

Il Signore scruta giusti ed empi,

egli odia chi ama la violenza.

Farà piovere sugli empi

brace, fuoco e zolfo,

vento bruciante toccherà loro in sorte;

Giusto è il Signore, ama le cose giuste;

gli uomini retti vedranno il suo volto.

Successivamente ci ha guidati nella meditazione dello stesso con la seguente riflessione:

Il nostro Dio è amore e quindi salva chi in lui si rifugia; è un Dio morale e non indifferente al bene e al male. “È un Dio verace e senza malizia, egli è giusto e retto” (Dt 32,4). Esiste una somiglianza tra Dio e il suo fedele. Per questo il destino del giusto è di entrare in comunione vitale con lui, di contemplare il volto di Dio. Questo salmo è il canto della giustizia divina e umana: esiste una consonanza tra il Dio giusto e l’uomo giusto. La santità dell’uomo è un’eco della santità di Dio, una partecipazione alla sua vita d’amore.

Alle proposte alternative degli amici che gli dicono: “Fuggi come un passero verso il monte” il giusto oppone l’unica sua certezza: “Nel Signore mi sono rifugiato”. È una scelta teologica rispetto a quella avanzata dalla sapienza umana. Dio sa e vede benissimo. Distingue il giusto dagli empi. “Gli occhi del Signore sono aperti sul mondo, le sue pupille scrutano ogni uomo… Gli uomini retti vedranno il suo volto”. Contemplare la faccia di Dio significa avvertire la sua presenza divina, portatrice di grazia e mantenersi nella luce del suo volto che vuole colmarci di benefici. I giusti conosceranno la beatitudine dell’intimità con Dio”e noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore” (2Cor 3,18). “Sappiamo che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è” (1Gv 3,2). La ricompensa dei giusti non consiste in qualcosa, in uno stipendio meritato o regalato; essi sono chiamati a vedere Dio, a godere la visione di Dio, ad essere connaturali con Dio: Dio in loro ed essi in Dio.

Gli archi e le frecce sono i mezzi con i quali il maligno ci colpisce o ci mette alla prova. Siamo bombardati dalla pubblicità, dai mezzi di comunicazione di massa, dalla società dei consumi, dall’erotismo, dalla violenza, dalla droga. Ci vengono proposti idoli allettanti: il denaro, il piacere, il potere. Molti si trovano in una situazione drammatica di caos, di incertezza, di confusione. E anche noi ci poniamo la domanda del salmo: “Quando sono scosse le fondamenta, il giusto che cosa può fare?” (v. 3). La risposta è già scritta in testa al salmo: “Nel Signore mi sono rifugiato” (v. 1).

Concretamente vuol dire: fede, preghiera, intimità con Dio. Leggiamo il vangelo: “La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: “È un fantasma” e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: “Coraggio, sono io, non abbiate paura”. Pietro gli disse: “Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque”. Ed egli disse: “Vieni!”. Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s’impaurì e cominciando ad affondare, gridò: “Signore, salvami!”. E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”. Appena saliti sulla barca, il vento cessò. (Mt 14,24-32). “Tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede. E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio?” (1Gv 5,4-5).

I nemici di Dio avranno lo stesso castigo che toccò a Sodoma e Gomorra (Gen 19,24) e al re Og e al suo esercito (Ez 38,22).

Commento dei padri della chiesa

v. 2 “Gli empi danno la caccia agli uomini di Dio” (Origene).

v. 4 “Il Signore, impassibile sul suo trono celeste, vede tutto e concede al povero la grazia data da questo sguardo protettore e onnipresente. La provvidenza giudica, discerne e scruta” (Origene).

v. 5 “Come tu vedi, il soccorso è a portata di mano: Dio è presente ovunque. Suo compito principale è di provvedere a tutto, anche se nessuno gli chiede nulla. Anche i peccatori, se si afferrano a questa àncora che è la fiducia in Dio, sono invincibili” (S.Giovanni Crisostomo)

“La Scrittura presenta i figli degli uomini ora tormentati, perché Dio chiude gli occhi affinché lo si cerchi, ora beati perché gli occhi di Dio sono aperti su di loro e li illuminano” (S.Agostino).

Dio odia la violenza non i violenti. Cristo ci ha insegnato a scindere la persona dalle azioni, dagli atteggiamenti e dai comportamenti. Cristo dice sempre al peccatore con cui viene in contatto: va e non peccare più.

Questo è possibile solo se realmente viviamo il primo versetto del salmo:

“nel Signore mi sono rifugiato”.

L’abbandono in Dio mi da’ la forza e la gioia di realizzare questo cambiamento.

Tina Di Cello

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