INCONTRO FORMATIVO 7 aprile 2014
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Alle 18.30 come da programmazione, in chiesa si è svolto l’ultimo incontro di catechesi quaresimale, presieduto dall’Assistente P Antonio Casciaro, animato da P Ivano Scalise, relatore P Vincenzo Arzente.
Sintesi dell’incontro precedente
DIMENSIONE ESCATOLOGICA
“Questa sera parleremo di Paradiso, dove staremo sempre con il Signore”
Escatologia: dal greco eskaton, ultimo, nella dottrina filosofica e religiosa è la riflessione che s’interroga sul destino ultimo dell’essere umano e dell’universo. Essa, ha la capacità di condizionare in modo efficace, il comportamento dell’uomo, la sua visione del mondo, la sua relazionalità.
L’escatologia è propria delle religioni monoteiste, ma anche di alcune filosofie laiche come il marxismo e il trans umanesimo.
L’uomo da sempre si è domandato il significato del suo esistere, e la vita oltre la morte. Basti pensare agli egiziani o agli etruschi che facevano erigere grandi mausolei funebri, piramidi o sarcofagi, abbelliti e ripieni di ogni ben di Dio, quasi in una spasmodica ricerca di normalità oltre l’anormale esperienza della morte.
Nell’AT, l’escatologia ha a che fare con il ristabilimento dell’ordine cosmico, rotto dal peccato. Da qui il legame tra escatologia e conversione, dove quest’ultima è solo in funzione di un riconoscimento creaturale, quindi, un Dio Creatore, dove il fine ultimo della vita è renderGli onore e vita in una situazione di sudditanza, al fine di evitare che la maledizione e la punizione, si scaglino inesorabilmente sulla vita dell’uomo.
Nel contesto dell’esilio, l’escatologia è vista come promessa di ritorno alla terra promessa. Ma siccome il popolo si è prostituito ad altri dei solo uno sarà depositario e vivrà tale promessa, tutti gli altri moriranno da esuli.
Nel periodo tardo –profetico, l’escatologia è vista in visione apolitica, dove è ipotizzata la nascita di un liberatore, che ristabilirà l’ordine cosmico e darà a ciascuno la ricompensa secondo il suo agire. Sarà anche questo il periodo della liberazione definitiva dalla schiavitù, per recuperare quella libertà propria dei figli di Dio.
Nel NT, l’escatologia è strettamente legata all’ultimo periodo profetico, ossia parte dalla realizzazione della promessa del Messia Liberatore. Per la prima volta compare la categoria dell’ANIMA, la cui salvezza è intimamente legata alle singole scelte compiute in vita. Questa è eterna, poiché alla vita stessa del Creatore, ma può essere salva o dannata secondo il comportamento del singolo.
In tempo di maturazione cristiana, l’escatologia è strettamente connessa alla vicenda di Cristo morto e risorto e la sua seconda venuta, quando, verrà nella gloria per ristabilire in modo definitivo il Regno di Dio.
L’ESCATOLOGIA PAOLINA
L’escatologia paolina riprende la dottrina dell’AT, ma parla anche di resurrezione. S. Paolo dice che la vita cristiana è un già e non ancora, cioè siamo figli di Dio per la fede e la carità ma, ciò che saremo è affidato alla speranza. La speranza paolina è il desiderio ardente di raggiungere il fine ultimo di possedere Dio. E’ fare della morte il fine della vita, finché siamo in questa vita, siamo come in carcere, il disfacimento del nostro corpo è per realizzare la comunione piena con Dio. Tutto è nella logica delle tre virtù teologali: fede, speranza, carità. S. Paolo inverte l’ordine: fede-carità-speranza, ci vuole fede e amore per vivere e poi la speranza ci fa vivere in pienezza per raggiungere il Creatore, il paradiso.
Per Paolo, tutta la vita terrena del cristiano è vita per Cristo, che si realizza attraverso: la fede in Cristo, essere battezzati in Lui, nutrirsi di Cristo per identificarsi con Lui.
COME SI FA AD ESSERE SEMPRE IN CRISTO?
S Paolo dice che saremo sempre con Cristo, sia che viviamo sia che moriamo
Perché Gli apparteniamo, siamo Suoi figli.
Mentre siamo nel mondo e viviamo con Lui, la speranza di raggiungerlo ci fa vivere sempre in Lui, morendo con Lui entreremo a far parte per sempre della vita di Cristo, perché sulla terra avremo sempre perseverato nel cercarlo e poi lo godremo.
Per Paolo, quindi, il Paradiso inizia da qui dalla vita in questo mondo.
S Francesco è il nostro modello, poiché c’insegna che se è diventato santo lui, per la perseveranza fino alla fine nell’amore a Cristo e ai fratelli anche noi possiamo riuscirci.
LETTERA AL PARADISO
Ciao mamma, è un po’ che non ci s’incontra io e te…come mai mi faccio vivo proprio oggi? Non so che dirti, nessun motivo in particolare, probabilmente avevo solo voglia d’incrociare i guantoni con qualcuno che sapesse tenere botta, e con te, devo ammetterlo, sono sempre stati bei match. Nonostante quel tuo aspetto dimesso, da eterna vittima predestinata al martirio, eri un autentico schiacciasassi, incassavi senza batter ciglio e picchiavi duro di rimessa. In giro come te, diciamo la verità, ne sono rimasti davvero pochi, non c’è più gusto a prenderli a pugni, ti sembra di sparare sulla croce rossa. Che novità lassù? Il capellone? Si sa niente quando tornerà quaggiù per dare una ripulita? Tutto procede più o meno come dovrebbe, casa tirata a lucido, microbi accoppati dalla paura, vasta esposizione di centrini all’uncinetto, nella vetrina un bazar di oggettini inutili e l’immancabile servizio di piatti filettati d’oro per le grandi occasioni …che non vengono mai. Per il resto una brava moglie, tre figli che sciamano per casa, depredando pensili e frigo, un lavoro a termine da circa trent’anni e qualche inevitabile rimpianto. La gambaccia? Voglio sperare che almeno là siano finalmente riusciti a trovare una soluzione, se non ci riesce una grande ditta specializzata in miracoli come quella, non vedo proprio a chi altro tu possa rivolgerti ormai. Potrei augurarti di trovare qualche Santo in Paradiso, ma la battuta mi sembra davvero fuori luogo. Fatta pace con papà? Ma sì, non vorrete tenervi il broncio per l’ eternità? Sono sicuro che adesso andrete d’amore e d’accordo come negli anni migliori, se non altro perché se no da lì vi buttano fuori. C’è scappata pure la rima… Tipo coriaceo e non poco vendicativo il Principale, quello se si arrabbia so’ dolori, basta vedere che casino ha combinato pe’ ‘na mela . Qui ormai si lavora per il re di Prussia, fatichi, t’addanni, ma, alla fine della fiera, quel che ti resta sono pochi spiccioli in tasca e carriolate di debiti in banca. E’ così per tutti, chi più chi meno, gli unici a sfangarla sono quelli che stanno alla cassa, sempre i soliti, più o meno come ai tuoi tempi, magari un po’ più stupidi e soprattutto incapaci, ma lo stampo è quello. Il sor Pietro, detto “unpodipiuvabene” se n’è andato un paio d’anni fa, presumo l’avrai incontrato. Per quanto burbero il Paradiso dovrebbe averlo meritato anche lui, magari vi sarete visti e una volta tanto sarete andati a farvi una pizza, senza esser costretti l’uno ad affettare e l’altra a cucinare. Vi pensavo ieri mattina, passavo di fronte alla salumeria trasfigurata in bar d’angolo e ricordavo divertito quei siparietti da film anni cinquanta : “Mi raccomando non più di due etti, tagliato fino e senza grasso.” “Stia tranquilla signo’, ce penso io ….un po’ di più va bene?” In zona ho incontrato anche zia Lucia, sta in forma, sempre sulla breccia, pare un soldato. Come ti avrà riferito papà ho lasciato il vecchio quartiere ma, ci ritorno spesso, a momenti la metto sotto, è schizzata giù dal marciapiede come ‘na furia , manco je piagnesse er pupo. Troppo forte. Te la ricordi quando veniva a trovarti per farti coraggio? Io sì, e in quella camera da letto, illuminata dal sole incerto d’aprile, è l’ultima persona che ti ricordo accanto, prima che prendessi il volo. I fratelli stanno tutti bene e i nipoti crescono. Chi studia, chi lavora e chi non fa niente, ma è solo questione di tempo, alla fine sapranno uniformarsi pure loro. Di diventare bisnonna invece non se ne parla, rassegnati, tempi brutti, non ci si sposa più, unica eccezione Corinna, fresca di nozze, ma al più si convive, figurati se si possono mettere progetti e figli in cantiere … Che succede? Non ho tempo per entrare in certi dettagli, mi limiterò pertanto a pochi, brevissimi cenni. Nell’epoca del capolarato il diritto al lavoro è ormai una bestemmia e a preservarne la precarietà provvedono fior d’economisti. Nel frattempo i prezzi delle case sono prima schizzati alle stelle, per farti indebitare, e ora tornano a scendere, per accrescere il tuo debito. Tutto studiato a tavolino. E questo, mentre servizi e utenze sono diventati un lusso per pochi, e il carovita divora gli stipendi in meno di due settimane. Ti basta? Sono sicuro di sì, la spesa tu la sapevi fare, me ne ricordo bene, non per niente sono stato il tuo fidato cavalier servente per oltre un decennio. Domineddio farà bene a soffermarsi su queste pagine, vedi un po’ se ti riesce di fargli usare quei benedetti strali con più giudizio, magari potrebbe decidersi a estirpare le piante vecchie, lasciando in pace le nuove. La protesta degli inquilini del piano di sotto dovrebbe condurlo a conclusioni non solo per quello che dice, ma anche per quello che tace, se non lo capisce Lui… Non voglio davvero farmi bello delle penne del pavone ma, diciamocelo francamente, quaggiù l’Amministratore ha voluto a tutti i costi lasciare un’impronta personale, senza considerare che, per quanto conformi, siamo pur sempre copie, per cui, nonostante l’impegno, sarà difficile dipanare certe matasse, senza il Suo aiuto. Un minuto fa ho ascoltato le notizie del Tg3, ci stiamo, forse, per togliere uno che ha fatto danni ovunque, e già spunta un’altra mummia all’orizzonte. A proposito, te lo ricordi il bandito? S’è tirato la pelle, impiantato una chioma nuova di zecca e tirato a lucido faccia e fedina penale. Se lo vedi non lo riconosci, il guaio è che pure qui sono in tanti ad essersi dimenticati di lui. Finirà per riciclarsi, quaggiù, a parte i rifiuti, si ricicla davvero tutto. Dai, lo so, anche se rossa dentro, un debole per il nanetto e le sue truppe di battimani ce l’hai sempre avuto. La mia vita nel frattempo è cambiata, molti i dubbi, assai poche le certezze, occhi disincantati e pupille spente, ma anche questo era da mettere in preventivo. Solo una pausa di riflessione, capita a tanti, basterà focalizzare i punti fermi e cercare nuovi stimoli, senza volare troppo alto. Per le strade del tuo quartiere poca gente, viale Libia è un cantiere a cielo aperto e i negozi chiudono uno dopo l’altro, al loro posto mostre di banche e agenzie immobiliari. Davvero avvilente. Resistono la Upim, anche se ha cambiato nome e proprietario, Maesano e il bar Haway, ma non sono più gli stessi, rinnovati gli arredi, nuove le vetrine, stenteresti a riconoscerli. Solo al mercato i profumi sono ancora quelli, Santina, gommosa e procace come sempre, è ancora dietro al suo banco a dispensare frutta, verdura e perle di saggezza. Poco più in là il marito dispone, curvo, la mercanzia in comodi scomparti, consumando, in silenzio, pensieri e sigarette. Adesso devo andare, ho ancora un bel po’ di lavoro da sbrigare e nessuno disposto a farlo al mio posto, un bacio a te e papà e una tirata d’orecchi a Sua Maestà. Marco Tiddi TESTIMONIANZA LETTA. Un figlio che scrive ai genitori morti, nelle sue parole si sente la certezza della vita che continua su questa terra. IL PARADISO ALLORA PARTE DAL BASSO… Ricordiamo che la nostra vita è risorta in Cristo, non dobbiamo temere. Pensiamo anche a S Filippo Neri che rinunciava a tutto per il paradiso, a lui interessava la salvezza della sua anima e dei suoi ragazzi, cantava e sussurrava sempre Paradiso, fino alla morte .Noi cristiani che abbiamo il paradiso nel cuore dobbiamo portarlo anche ai fratelli che non credono, che hanno la morte come Lazzaro, ma Gesù è andato a risorgerlo, anche noi siamo chiamati a risorgere. CHI VEDE IL NOSTRO VOLTO, VEDE LA GIOIA DI GESU’ VIVO? INTERROGHIAMOCI.
CONCLUDIAMO CON L’ESEMPIO DI S. FRANCESCO CHE VIVEVA DELL’ESSENZIALE PERCHE’ AVEVA CHIARO IL FINE DEL PARADISO.
L’incontro s’è concluso con la preghiera e la benedizione. Tina Di Cello Gli appunti non sono stati rivisti dall’autore |